Ogni volta che si riceve una bolletta della luce e del gas il consiglio è quello di controllare con molta attenzione gli importi, verificando che i consumi riportati corrispondano a quelli effettivi. In alcune situazioni potrebbe essere utile sapere come contestare una bolletta luce e gas, una possibilità a disposizione del consumatore il cui iter viene definito con la massima precisione da ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. Quest’ultima, al fine di evitare interventi legali legati alla contestazione delle bollette, ha definito una serie di procedure da seguire.
In caso di controversie, come vedremo bisognerà procedere con un reclamo da inviare mediante raccomandata alla società di vendita che ha materialmente recapitato la bolletta. Solitamente, bisognerà procedere alla contestazione quando i dati riportati in bolletta non sono coerenti con i dati di consumo effettivo, oppure perché si riscontrano errori o incongruenze nei servizi attivati. Il tipico esempio potrebbe essere quello di una bolletta fatturata due volte, oppure di conguagli che si riferiscono a periodi troppo indietro nel tempo. Vediamo ora, nel dettaglio, come contestare una bolletta della luce o del gas.
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Nel caso in cui ci dovessero essere delle controversie legate a una bolletta luce e gas la strada maestra è quella di inviare, obbligatoriamente, un reclamo tramite raccomandata alla società di vendita con cui si è sottoscritto il contratto di fornitura. La lettera di reclamo potrà essere inviata in formato cartaceo o elettronico tramite Posta Elettronica Certificata, non quindi via posta normale o posta elettronica normale.
Per capire come contestare una bolletta occorre saper scrivere un reclamo a regola d’arte, in modo che contenga il motivo del reclamo in modo esaustivo e il motivo della richiesta di intervento da parte del fornitore. Chi dovesse aver già pagato per intero l’importo della bolletta contestata, potrà comunque richiedere il rimborso della somma non dovuta entro 5 anni a partire dalla data di emissione fattura (5 anni è anche il tempo di prescrizione per questa tipologia di reclami).
Può anche capitare che il fornitore invii per errore un sollecito di pagamento in riferimento a una bolletta già pagata. In questo caso, per capire come contestare la bolletta, bisognerà inserire all’interno del reclamo anche una ricevuta come prova dell’effettivo avvenuto pagamento.
Per contestare una bolletta troppo alta bisogna scrivere perfettamente una lettera di reclamo. Questa dovrà contenere chiaramente tutti i dati della fornitura e del suo intestatario, e nello specifico: nome, cognome, codice fiscale e codice cliente assegnato dal fornitore.
Nella lettera di reclamo si dovrà scrivere l’indirizzo di fornitura per cui si è ricevuta la bolletta troppo alta, il codice cliente e il codice POD per energia elettrica e PDR per il gas naturale, tutti dati che si possono reperire senza problemi nelle bollette luce e gas. Affinché il reclamo venga preso in considerazione dal fornitore si dovranno inserire anche i dati della bolletta contestata, nello specifico il numero della fattura emessa e la sua data di emissione.
Oltre a sapere come contestare una bolletta del gas o della luce occorre anche spiegare le tempistiche di riferimento. Dopo l’invio della lettera di reclamo in forma di raccomandata, il fornitore con cui si è sottoscritto il contratto avrà 40 giorni di tempo per rivedere i calcoli e fornire una risposta accurata al proprio cliente. Se, dopo gli opportuni controlli, il fornitore dovesse accertare un effettivo errore nei conteggi, il gestore dovrà rielaborare la bolletta in modo corretto, corrispondendo al cliente il rimborso della somma erroneamente versata entro e non oltre 90 giorni. In caso di mancata risposta da parte della compagnia, o di risposta parziale o non soddisfacente, ci si potrà rivolgere alle autorità competenti per la procedura di conciliazione.
Se le procedure su come contestare una bolletta della luce o del gas non dovessero portare a soddisfazione per il cliente, non resta che valutare la procedura di conciliazione. In concreto, il consumatore dovrà aprire una pratica per opporsi al proprio fornitore mediante una delle autorità competenti. Per quanto riguarda la procedura di conciliazione, si potrà fare riferimento all’Arera, Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, alle Camere di commercio convenzionate e a qualsiasi mediatore autorizzato. In assenza di risposte soddisfacenti dal fornitore, dunque, il cliente si può avvalere della conciliazione entro 12 mesi a partire dalla data della lettera di reclamo. Si consideri anche che il consumatore non può intentare causa alla compagnia prima della conciliazione.
Con il supporto dei mediatori è possibile organizzare uno o più incontri di conciliazione per risolvere il problema trovando un accordo e il primo incontro dovrà essere organizzato tra i 10 e i 30 giorni dopo la richiesta. Tale fase, che ha una durata di 90 giorni dalla presentazione dell’istanza, per casi complessi può essere ulteriormente prorogata di 30 giorni.
Nel caso in cui tutti i tentativi amichevoli non avessero sortito gli effetti sperati, o comunque permesso di trovare una soluzione, non resta altra strada che rivolgersi a un Tribunale competente o un giudice di pace per valutare la legittimità del comportamento del fornitore.
Per finire il discorso relativo a come contestare una bolletta bisogna chiarire che, per un importo della contestazione inferiore a 500 euro bisognerà recarsi presso la cancelleria di un giudice di pace per redigere l’atto di citazione. Per un importo contestato inferiore a 2500 euro, invece, si potrà citare in giudizio e davanti a un giudice di pace il gestore del servizio. Infine, per un importo superiore a 2500 euro bisognerà contattare il Tribunale competente tramite il supporto di un avvocato. In caso di vittoria della causa si potrà ottenere un risarcimento per spese e stress. Inoltre, con l’abolizione del mercato di maggior tutela nel 2024, le funzioni del giudice potranno essere svolte, previo accordo tra le parti, direttamente da Arera.
Che cosa devo fare se ritengo che la mia bolletta sia errata? Per contestare una bolletta, è necessario contattare il servizio clienti del fornitore, fornendo i dettagli specifici dell'errore che si sospetta. È consigliabile preparare i dati del proprio contratto e le letture del contatore per rafforzare la propria posizione.
Qual è il termine per contestare una bolletta? Generalmente, è possibile contestare una bolletta entro determinati termini che variano in base al fornitore, ma comunemente si parla di 30-60 giorni dalla data di ricezione della bolletta.
Posso non pagare la bolletta mentre è in corso una contestazione? Spesso si è tenuti a pagare la parte non contestata della bolletta. La sospensione del pagamento può avvenire solo per la parte oggetto di contestazione, e sotto le specifiche condizioni previste dal fornitore.
Cosa posso fare se non sono soddisfatto della risposta del fornitore? Se la risposta del fornitore non è soddisfacente, è possibile rivolgersi a un'organizzazione di consumatori o inoltrare un reclamo all'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA), seguendo le procedure specificate dall'ente.